Il Cogito ergo sum, quella frase che spesso usiamo per sentirci sicuri di noi stessi, è forse il vero vaso di Pandora della società “occidentale” moderna. Quella frase che ci ha portato a identificarci con la nostra mente e a considerare l’intero organismo come un molliccio involucro.
Una mente padrona del corpo, costretta a prendersene cura. La frammentazione madre, madre di una valanga di compartimenti, di categorie, che generano una continua confusione metafisica, stress e frustrazione.

Alea iacta est diceva (forse) Giulio Cesare, ormai la concezione del mondo non può più essere primitiva e ancestrale. I miti che inglobano e accomunano sono andati. L’uomo deve solo separare e astrarre per comprendere. C’è lui e c’è il suo corpo, c’è lui e il mondo esterno. E il mondo esterno è un insieme di oggetti spazio-temporalmente separati. Oggetti sono gli altri uomini, suddivisi per nazionalità, razza (che sembrerebbe esistere), gruppi religiosi e politici.01_mano-con-sfera-riflettenteweb
Per capire abbiamo bisogno di separare e classificare. Ma nell’atto della frammentazione il classificato perde la sua materia e diventa concetto astratto. Finisce in un contenitore, la cui etichetta ingloba il suo essere. Mettere l’acqua nel barattolo permette di risolvere la sua frenesia, ma ci fa dimenticare la sua essenza, essenza liquida e imprevedibile. Insomma dividere ci estranea dall’essenza, dalla natura e dal prossimo.

Come afferma Fritjof Capra in Il Tao della Fisica la frammentazione cartesiana diventa

la causa fondamentale di tutte le crisi attuali, sociali, ecologiche e culturali, […] provoca una distribuzione delle risorse naturali ingiusta, che crea disordine economico e politico: un’ondata di violenza, sia spontanea sia istituzionalizzata, che cresce sempre più, e un ambiente inospitale, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente insalubre.

La razionalità che divide è la linea guida della società occidentale; paradossalmente è lei a creare il guazzabuglio. Non sentire proprio qualcosa, porta l’umanità tutta (Gesù&Co esclusi) a non curarsene. Nell’atto del pensare, affermo me stesso, togliendo valore al tutto. Dalla contrapposizione non può nascere l’armonia, ma solo tensione. Ciò che prova a sistematizzare finisce per far esplodere e omogeneizzare. Ed è forse normale così: il caos, l’entropia, il disordine, chiamatelo come volete è destinato ad aumentare, e il suo destino è descritto per l’appunto da formule logiche e razionali.