E poi quella maledetta suona,
che io pensavo di averla puntata alle dieci,
e invece no suona alle otto,
e quindi con gli occhi che sono ancora tutti belli impastricciati la spengo,
e mi dico
ma a che che me ne importa di alzarmi qui aBberlino,
e mi rigiro nelle coperte,
che sembro un boa ma anche un cappello.
Ma lei non demorde, e risuona
e cosi metto i miei piedi aTterra
e sembra che sono in quei documentari della Groenlandia con i ghiaccioli nella barba
e mi dico
ma a me che me ne frega di andare al lavoro qui aBberlino,
e mi rimetto sotto le coperte.
Ma lei non demorde, e risuona
e mi dico che mi devo lavare
ma poi penso che alla fine i miei colleghi hanno la scrivania lontana dalla mia e che di solito non si avvicinano aMme e che poi non faccio troppo puzza ancora
e che la mia ragazza non aBbita qui con me e non può sentire che faccio un po’ di puzza,
e mi dico
a me che me ne fotte di lavarmi qui aBberlino
e cosi mi faccio il caffè perché senza caffè io non esco di casa,
ma poi guardo fuori che c’è la neve,
ma non quella bella che ci fai i pupazzi e che ci giochi,
no non quella, ché qui quella non l’ho mai veduta,
ma quella che è marroncina e che se ci cammini caschi ché è scivolosa assai,
e a quel punto
mi dico
a me chi minchia me l’ha fatto fare di venire qui aBberlino.
e mi dico,
è tutta colpa di Catalano.
Cittá molto sopravvalutata! 😀